Autors
Caterina Barioglio
Daniele Campobenedetto
Year
2022
Publisher
LetteraVentidue
Abstract
Gli edifici scolastici in Italia hanno un’età media che supera i 50 anni e sono tra le strutture pubbliche più capillarmente diffuse sul territorio.
Le fragilità degli edifici scolastici – in particolare nell’adattarsi ai cambiamenti dei modelli didattici e alle esigenze, sempre più stringenti, della normativa – e le potenzialità dei loro spazi, sono condizioni esemplificative diffuse nel patrimonio scolastico della città di Torino. La dimensione urbana di questo patrimonio implica la necessità di affrontarne le fragilità e le potenzialità ad una scala che va oltre i singoli edifici. La descrizione dell’infrastruttura attraverso la connessione della scala urbana a quella architettonica con lo studio degli edifici-modello, appare una strada promettente per studiare la transizione dell’itera infrastruttura.
Gli elementi di fragilità e soprattutto di potenzialità registrabili attraverso uno studio degli edifici scolastici possono essere considerati nella loro dimensione contemporaneamente territoriale e materiale, e restituire una descrizione di questo patrimonio che può contribuire ad affrontare con strategie non uniformate la transizione a cui è sottoposto.
Questa ricerca propone una lettura della straordinaria infrastruttura scolastica esistente nel caso torinese: il racconto delle sue forme, della sua consistenza materiale, della sua distribuzione urbana è assunta come una delle condizioni per affrontarne la transizione e supportarne la rigenerazione. Una lettura possibile di questo complesso sistema di relazioni in continuo mutamento è offerta dalla sua manifestazione fisica. Lo spazio può essere interpretato come il dispositivo di interfaccia tra interessi e attori in gioco nei processi di trasformazione. La restituzione della materialità dell’infrastruttura scolastica torinese si presenta allora come una delle occasioni possibili per ricomporre e ridescrivere non tanto le risposte alla transizione a cui è sottoposta ma, forse, la transizione stessa.